La ricerca Social Minds prosegue in questi giorni su vari fronti: analisi delle conversazioni e social analytics con gli amici di , interviste in profondità con head e manager in prima linea nelle attività tattico-strategiche sui canali social (Luigi Maccallini di BNL BNP Paribas, Gabriele Ferrante di MPS, Vittoria La Porta di Webank) e il (siamo giunti ad un bel numero, considerando che ci stiamo rivolgendo agli addetti ai lavori e solo in ambito bancario).
Pochi giorni fa un”indagine svolta sempre con una survey online ha fatto emergere come nonostante l”apertura di ambienti social da parte delle aziende, solo un quarto dei circa 300 rispondenti al questionario ha dichiarato di misurare l’effettivo ritorno generato dalle attività social: in generale il livello di soddisfazione derivante da tali attività è apparso moderato dato che solo il 12% delle aziende ha indicato di ritenersi soddisfatto dalle attività condotte attraverso i social media.
L”aspetto dell”effettiva percezione di benefici legati all”utilizzo dei social media è un tema sicuramente ampio, soprattutto se si vanno ad approfondire le metriche utilizzate per valutare l”efficacia delle iniziative sui social e la creazione di valore per le aziende, e per le banche in particolare.
Leonardo durante un”intervista ha citato le emblematiche riflessioni contenute nel bel volume “Grouped – How small groups of friends are the key to influence on the social web” di Paul Adams. E con i manager delle banche che abbiamo finora incontrato, abbiamo avuto modo di approfondire molto questi aspetti ed in particolare l”importanza relativa di alcuni dati (come ad esempio la numerosità complessiva dei Likers o Follower) quando non correlati ad altri elementi rilevanti (la questione spontanea è spesso: che farsene di questi “fan”?). Stanno emergendo risultati interessanti su approcci e prassi in tal senso…