L’apoteosi del social banking è racchiusa in uno spiffero di qualche giorno fa proveniente dalla California.
Una notizia riportata dal Financial Times e non commentata ufficialmente da nessuno dei portavoce di Menlo Park.
Quella che racconta di come Facebook si stia muovendo in varie direzioni per diventare il prototipo più raffinato di banca social.
Il web intanto non ha perso tempo, coniando il nuovo nome e parlando già di Facebank.
Le indiscrezioni riportano di una trattativa in fase di definizione con la Banca Centrale Irlandese.
Facebook avrebbe chiesto un via libera, che non dovrebbe tardare ad arrivare, per diventare di fatto un istituto di emoney.
Gli utenti potrebbero così depositare i propri soldi ed utilizzarli non solo per fare acquisti all’interno dell’ecosistema Facebook, ma anche all’esterno, scambiandoli e inviandoseli con un click.
Il concetto e il mercato più vicino è quello del money transfer, che Zuckerberg vorrebbe aggredire proponendo tariffe notevolmente più basse, avvalendosi della diffusione capillare della propria creatura e della comodità che incontrerebbero gli utenti a sfruttare la piattaforma social per svolgere le transazioni.
Nell’avvicinare persone distanti, Facebook non ha competitor, quindi l’operazione potrebbe trasformarsi in un altro successo, anche considerando i volumi di questo mercato: ad esempio nel 2013 dall’Italia gli immigrati che lavorano nel nostro Paese hanno spostato complessivamente verso il Paese d’origine 7 miliardi di euro.
Questa strategia favorirebbe ulteriormente la penetrazione della piattaforma di Mark Zuckerberg nei mercati emergenti: Facebook diventerebbe una vera e propria utility per i Paesi in via di sviluppo.
In attesa degli sviluppi concreti dell’operazione è curioso prendere atto di come questa intuizione made in Palo Alto rappresenti un climax nel processo di crescita del social banking.
Se, come abbiamo riportato all’interno del Primo White Paper della II Edizione della Ricerca di Social Minds (scaricabile gratuitamente a questo link) il 53% delle banche italiane, all’interno del campione osservato, ha aperto una FanPage e le banche stanno sempre di più includendo nella propria strategia i social network, è interessante osservare come anche Facebook stia pensando di sfruttare le opportunità di business e inclusione proprie dei servizi finanziari.