Il giorno del kick-off è un po” come il primo giorno di scuola, o meglio il giorno della partenza verso un viaggio di cui si conosce all”incirca la meta e la destinazione, ma non esattamente la rotta e il tragitto che percorreremo per arrivarci. Ammesso che durante il viaggio non si decida di cambiare meta e programma…
Avevo sfruttato il ponte novembrino e, nonostante avessi dovuto sottostare ad alcune incombenze familiari (tra cui visita al cimitero di campagna e pranzo pantagruelico di compleanno di mio padre, con tanto di brindisi per i prossimi 10 anni). avevo trovato un po” di tempo per riflettere.
Come mi immaginavo io questo viaggio? Quali aspettative avevo maturato e visto crescere nel breve tempo intercorso da quando avevo ricevuto la bella notizia e di colpo avevo visto concretizzarsi, diventare tangibile, quello che fino ad allora era solo un sogno nel cassetto?
Sicuramente tra le poche certezze che avevo vi era quella di intraprendere un viaggio con dei validissimi compagni di viaggio, e che da questa traversata avremmo tutti imparato qualcosa del mondo e forse scoperto qualcosa di più su noi stessi.
Per il resto pensavo a cosa avrei detto il primo giorno di scuola, e così da bravo secchione, ho sentito il bisogno di scrivere per chiarirmi le idee. é una delle tecniche che ho sempre seguito, o se vogliamo un istinto naturale e innato, che mi porto dietro fin dalla più tenera età.
Ecco le mie domande:
– Il progetto che andiamo ad affrontare è assimilabile ad una startup? E se sì qual è il modo migliore per affrontarlo?
In quel periodo stavo leggendo Lean Startup di Eric Ries, e contempraneamente un altro libro che mi stava piacendo ancora di più the Startup Owner”s manual di Steve Blank.
Uno degli insegnamenti del libro è che il bravo startupper dedica molte energie alla ricerca, test e validazione del proprio modello di business. Invece di abbracciare subito la fase esecutiva diventa molto più efficace ed efficiente testare sul campo la validità del nostro prodotto/servizio rispetto ai bisogni del cliente.
No, forse è una forzatura, pensai, dopo tutto si tratta “solo” di una ricerca, anche se condotta su un tema Social, o da startup, e non necessariamente dobbiamo seguire l”ultima moda solo perché, giustappunto, è di moda.
Certamente il libro casino online e l”approccio Lean era intrigante, ammaliante e seducente e non so se sarei riuscito a resistere a questo canto delle sirene, forse avrei dovuto incatenarmi all”albero della concretezza e della saggezza. Per questo motivo ero felice che lunedì ci sarebbe stata anche Lorena… oltre che Elisabetta. Una volta quindi fugato questo dubbio, altri dubbi e domande stavano arrivando prepotentemente.
– Come essere distintivi? Come emergere dalla folla? Come, in altre parole, trovare un nostro elemento differenziante, distintivo, che fosse unico e facilmente identificabile. Ah, quelli di Social Minds, che fighi quelli lì. Al posto di fighi mi sarebbe piaciuto che l”associazione mentale fosse per altre parole come SMART, BRILLIANT. Ma qui tornavo a volare.
– Quale modello di business? C”è un mio amico che quasi si bea o si vanta di non aver ancora trovato un modello di business per il suo pur brillante progetto e di successo .la sua filosofia è più meno: “fai le cose che ti piacciono, a cui credi con convinzione. mettici impegno e passione. Se son rose, fioriranno..”
Mi ricorda l”incipit di canzone degli U2 che “I still haven”t found what I “m looking forward..” e questo è stato il ritornello, un po” vezzoso, per molti anni della mia vita, quasi un voler fuggire dalla realtà, una sorta di limbo, o se vogliamo di Eden alla Peter Pan dove era lecito non diventare grandi e non prendere decisioni definitive.. ma forse ancora una volta ero troppo rigido io, e proprio la filosofia del lean startupper ti dovrebbe portare a maggiore flessibilità, leggerezza e forse un po” di indulgenza verso se stessi.
Tutto non può essere subito chiaro, ci vuole pazienza, sopratutto ci si deve confrontare con il mondo e con le altre teste. Non è forse che Social minds, significa teste che pensano e che condividono, collaborano e da ciò imparano e migliorano… Ecco dovevamo parlare del modello di business lunedì”, senza però necessariamente imporci di sceglierne uno, almeno non subito..
E Lunedì andò a finire che ci pensò Elisabetta che si offrì di fare una analisi, un benchmark dei differenti modelli di business vigenti, con i rispettivi pro e contro, vantaggi e svantaggi..
Sono soddisfatto, la giornata volge al termine tra 2 minuti è mezzanotte, mi sembra che oggi si sia gettato un piccolo seme su un terreno fertile. Ora non resta che alimentarlo.
A domani.